Da Aretino e da cliente di Banca Etruria, dai primi anni ottanta del secolo scorso, ho vissuto la sua dichiarazione di fallimento con grande delusione, amarezza e anche rabbia per quello che ci ho perso come socio ma anche come aretino.

La delusione per l’ingiustizia subita dalla nostra collettività è forte e persiste anche oggi e potrà passare solo quando saranno accertate in via definitiva le responsabilità penali e civili dei cosiddetti colletti bianchi, i componenti degli organi societari, di controllo interno ed esterno , non per vendetta ma per giustizia perché chi ha sbagliato deve pagare e non può passare il messaggio che quando gli indagati sono “potenti” riescono sempre a farla franca!!! Inoltre, questo fallimento è sicuramente il più grande, per passivo accertato, e devastante per l’economia della nostra provincia nella sua storia , quindi, sarebbe inaccettabile non individuare i responsabili e voglio avere fiducia nella Giustizia fino a prova contraria.

Comunque delusione e rabbia a parte non possiamo che dare il benvenuto a BPER Banca che ha rilevato i 18 sportelli di UBI, già ex Etruria, e augurargli buon lavoro nella convinzione che saprà essere attenta alle esigenze e ai bisogni del territorio.

Il Direttore

Infine, con piacere pubblichiamo di seguito il contributo che gentilmente ci hanno inviato:

A) Fabio Faltoni Segretario Provinciale FABI

B) Letizia Giorgianni Presidente Associazione Vittime del Salvabanche

A ) …”Lunedì 22, diciotto filiali di Ubi Banca della nostra provincia (tutte ex BancaEtruria) apriranno sotto il marchio Bper Banca, la banca che ha sede a Modena. Infatti, si compie la cessione di quasi (a livello nazionale) 600 filiali Ubi che Banca Intesa Sanpaolo – nel frattempo diventata proprietaria di Ubi – ha dovuto cedere (secondo le disposizioni dell’Antitrust) a Bper Banca. Questa, diventerà così la terza banca in Italia e anche nella nostra provincia. È diventata Bper anche la storica sede di Bancaetruria/Ubi, di Corso Italia; oltre a questa, sono diventate Bper anche le filiali: via Romana, via Da Caravaggio (Giotto), quella all’ospedale S. Donato, via Edison (zona industriale), Indicatore e Ponte alla Chiassa. Poi: Castiglion Fibocchi, Sansepolcro, Anghiari, e filiali del Casentino (Bibbiena, Chiusi Verna, Rassina, Pratovecchio, Soci, Ponte a Poppi). Infine, due minisportelli. 122 lavoratori ex Ubi e ex Etruria che in provincia diventano dipendenti Bper. BPER avrà alcuni uffici sopra la sede di Corso Italia e anche la sede di un’Area Manager, per sovrintendere le 19 filiali della provincia (18 ex Ubi e l’unica che Bper aveva già, quella di viale Mecenate), come noi della FABI ci auspicavamo. Le 19 filiali della ns provincia si aggiungono – in Toscana – ad una trentina Bper già esistenti. “I clienti, troveranno in queste filiali Bper da lunedì 22 gli stessi dipendenti che hanno lasciato venerdì con le insegne Ubi, dipendenti qualificati e di alto valore professionale che affronteranno questo nuovo capitolo della loro vita professionale, con serietà ed entusiasmo”. “Ci auspichiamo, da parte di Bper, una grande attenzione alle economie dei nostri territori”. “La FABI, il primo sindacato a livello nazionale tra i dipendenti di banca e anche in Bper, vigilerà per il rispetto degli accordi sindacali e per la massima valorizzazione dei dipendenti della ns provincia”.

FABI Arezzo Fabio Faltoni

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B) ….” E così dal 22 febbraio le filiali di banca UBI, nata dai poveri resti di Banca Etruria, saranno frazionate tra BPER e Banca Intesa, del resto ormai da tempo il nome Banca Etruria esiste solo nei fascicoli della Procura di Arezzo.

Per Arezzo significa dire definitivamente addio a un pezzo fondamentale di storia economica e sociale. Il suo istituto di credito, quello che ha accompagnato ed incentivato la sua crescita e lo sviluppo internazionale del distretto orafo, è scomparsa ormai da tempo, quello che resta adesso sono normali scambi tra colossi finanziari estranei al territorio aretino ed un processo lungo e complicato, diviso in diversi filoni d’inchiesta per tentare di condannare gli ex vertici della banca che hanno  portato l’istituto aretino alla completa distruzione.

Leggere i documenti prodotti dalla Procura nel corso del processo è come leggere un compendio di reati bancari, vicende paradossali, dove un management autoreferenziale sembra guidare la banca in modo illegale, finanziando aziende legate ai membri dello stesso consiglio di amministrazione senza verificarne la solidità o sostenendo con i soldi della banca operazioni improbabili, come la costruzione di un mega-yacht, il tutto sembra avvenire sotto gli occhi distratti della vigilanza bancaria.

Eppure se avessero voluto svolgere bene il loro lavoro avrebbero dovuto impedire  sul nascere quel groviglio fittissimo di conflitti di interesse, da una parte quello che riguardava i suoi ex vertici, che sembra che concedevano prestiti per loro opportunità personali, e dall’altra poi un altro tipo di conflitto di interessi, quello tra la banca e i suoi clienti. L’istituto infatti, gestito da “tali” amministratori, invece di fare gli interessi dei clienti, sembra che li ha sacrificati per gli interessi propri, vendendo loro obbligazioni molto rischiose tacendone la pericolosità.

Il risultato è tristemente noto a tutti: risparmiatori azzerati (anche se poi parzialmente rimborsati grazie alle protesta in piazza) e un tessuto economico fortemente danneggiato. Non rimane che la speranza di vedere i responsabili di tutto questo inchiodati alle loro responsabilità. Sarà comunque una soddisfazione amara dal momento che dal punto di vista economico insieme col marchio Banca Etruria è tramontata (forse per sempre) l’epoca dell’oro in senso figurato e non.

Presidente Associazione Vittime del Salvabanche

Letizia Giorgianni