Di Marco Rossi sulle ultime vicende che vedono il progressivo disimpegno dell’Università di Siena da Arezzo

Quando si perde di autonomia non è mai positivo.
È la solita logica di accorpamento che ha pervaso ormai tutti i settori.
Arezzo non mi pare che la Soprintendenza, ora che è con Siena e Grosseto, abbia acquisito molti benefici, tutt’altro. E stessa cosa si può dire anche di altri accorpamenti.
Visto che è una questione di numeri… perché Siena non assume professori? Perché continua a fare contratti a progetto a professori in pensione invece che aprire nuove cattedre?
In questi 10 anni ad Arezzo hanno chiuso i corsi di beni culturali, musica spettacolo. Hanno tolto la triennale di storia e filosofia (lasciando la magistrale, assurdo). Hanno tolto la magistrale di Lettere e quella di Lingue. Quindi uno frequenta la triennale ad Arezzo e poi deve cambiare ateneo, perché il 90% dei studenti poi continua a Firenze, non certo a Siena.
La strada da seguire sono gli investimenti non gli accorpamenti!
Possiamo non denunciare questo aspetto e lasciare che sia l’università a decidere del suo futuro. Ma almeno, questo si, non andiamo a dire noi che è cosa buona e giusta e che sia addirittura necessaria.