“Cari concittadini, scrivo queste poche righe per comunicarvi la mia decisione di dimettermi dal consiglio comunale. Si tratta di una decisione irrevocabile maturata dopo un periodo di riflessione personale e di confronto con tutta la mia coalizione” così scrive ai suoi elettori il candidato del centro sinistra che aveva promesso di portare la sua coalizione alla riconquista del comune di Montevarchi, ma visto il risultato lui se ne va dal consiglio comunale e, quindi, l’opposizione la faccia qualcun altro!

Vogliamo tornare sui risultati delle ultime elezioni amministrative in provincia di Arezzo, perché come sostenuto da molti esponenti locali e nazionali del centro destra la nostra provincia, nonostante Salvini, Meloni e Ghinelli, è andata in contro tendenza rispetto al resto d’Italia , infatti, ha visto il trionfo dei sindaci di destra.

Oggi da Montevarchi è arrivata la notizia delle dimissioni di Luca Canonici, visto che non ha vinto lui lascia, come se fosse stato espressione di un comitato elettorale e non di un centrosinistra espressione di un grande partito politico. Vorremmo capire con quale criterio il centro sinistra sceglie i suoi candidati a sindaco. Infatti, c’è un altro precedente ed è il candidato a sindaco del comune di Arezzo, il Dott. Ralli, che anche lui ha perso le elezioni e non si è ancora dimesso da consigliere (solo da capogruppo) ma di fatto nessuno lo ha più sentito, ne visto pubblicamente a fare politica, o ha conosciuto qualche sua proposta politica, quindi, possiamo dire che i suoi elettori non hanno più notizie politiche dal loro rappresentante eletto in consiglio comunale e oltretutto in questo anno ad Arezzo ne sono successe di ogni.

Abbiamo già parlato di Sansepolcro e chi vuole può andare a leggersi l’articolo.

Il PD nazionale oramai da anni, e soprattutto da quando Renzi e i suoi ne hanno preso il controllo, non ha più idee, programmi e progetti qualificabili di sinistra. Il PD locale non si differenzia dal nazionale e in più è sempre saldamente nelle mani di pochi, sempre gli stessi da anni qualunque cosa succeda. Ad Arezzo se il PD locale si distingue dal partito nazionale, visto l’ultimo risultato elettorale, lo fa in negativo e questo anche per la sua classe dirigente.

Ma c’è un fatto ( che è la forza ma anche la debolezza del PD), ovvero, quel 20% (+/-) di elettorato fidelizzato (nel centro Italia) che ancora pensa che il PD sia il partito erede di quel PCI che un tempo votavano e che fu! Inoltre, non sembra che ai “fedeli” interessi sapere che politiche portano avanti i vari capibastone locali dell’attuale PD ( quelli che hanno le chiavi delle vecchie sezioni), infatti, a questi elettori sempre presenti è sufficiente sentirsi coinvolti nelle sfide elettorali il mese precedente alle varie competizioni e, comunque , loro votano per partito preso … così vanno le cose.

Poi passate le elezioni, se si è perso, tutto tace e nessuno si fa più vivo, ma ripetiamo, per i soliti, l’importante è controllare il simbolo che contiene un po’ di rosso ( e in qualche caso anche le sedi); poi, di fare politica tra i cittadini a loro ( I soliti) non interessa e, infatti, non la fanno ( tagliano nastri, vanno in tv etc etc l’importante è apparire) e i loro consiglieri di opposizione, di cui spesso non si conosce nemmeno il nome, vengono lasciati soli e così aspettano la fine del loro mandato.

Solo in questo modo si può spiegare quello che succede ad Arezzo e provincia nel centro sinistra (nel PD). Non più un partito fatto di persone legate da forti idee, importanti progetti e obbiettivi politici ma semplicemente comitati elettorali a cui viene concesso l’uso del simbolo ( rosso verde) che si organizzano per partecipare alle varie competizioni elettorali che via via si presentano. Dopo di che se il comitato elettorale vince le elezioni tutti stanno al loro posto e partecipano attivamente all’occupazione del potere e tutto quello che ne consegue ( basti pensare alle nomine nella partecipate o altro), e al contrario, se si perdono le elezioni il comitato elettorale di fatto si scioglie, il presidente se ne va o non fa più nulla, gli altri candidati tornano ad occuparsi dei loro interessi e nessuno di fatto fa più opposizione a chi ha vinto. Mentre, gli altri eletti, all’opposizione in consiglio comunale, vengono lasciati soli ( il comitato è sciolto) senza mezzi e senza stimoli e, quindi, visto che fare opposizione è faticoso e non si guadagna nulla la tentazione di lasciare è sempre presente, tanto qualcuno che rimane si trova sempre.