Possiamo forse affermare che gli aretini hanno una buona memoria e si sono ricordati che l’attuale maggioranza del comune di Arezzo è composta da quei partiti, che con i loro leader, non hanno mai nascosto le loro simpatie pro Putin.

Non possiamo dimenticare l’amicizia di Berlusconi con il dittatore russo, le simpatie sbandierate con ogni mezzo, vedi magliette, del leader della Lega Salvini e le esternazioni di esaltazione dell’uomo forte al potere fatte dagli esponenti del partito della Meloni e da lei stessa.

Ghinelli si affaccia al balcone della finestra del comune, da dove deve aver visto la piazza semi vuota, poi scende in piazza tra i suoi della maggioranza, con la presenza di un piccolo drappello del PD.

Fa certamente piacere che finalmente anche i partiti della destra italiana e aretina prendano le distanze dal dittatore e ora anche criminale russo e che finalmente si siano, anche loro, resi conto che non si può mettere in discussione mai e poi mai i valori della democrazia, della libertà e dei diritti civili. Ed è bene ricordare a lor signori che Putin fa le guerre da molti anni e calpesta da sempre i diritti civili e la libertà del suo popolo, e questo anche quando loro lo vedevano come un riferimento o peggio come un loro ispiratore ideale.

Anche ieri, per la destra aretina, Piazza della Libertà poteva essere l’occasione per condannare Putin, e il suo regime totalitario, criminale e antidemocratico, non solo per l’invasione dell’Ucraina, ma anche per tutto il male che ha fatto in questi anni al suo popolo, e non solo, basti ricordare le limitazioni dei diritti civili in Russia, vedi ad esempio le persecuzioni dei membri comunità LGBT, vedi la sistematica eliminazione fisica dei suoi oppositori o dei giornalisti liberi del suo paese, per non parlare dell’arricchimento dei pochi oligarchi vicini al potere.

Pertanto per chi ha dichiarato la sua vicinanza con il dittatore russo fino a ieri non può essere sufficiente, oggi, dare la solidarietà all’Ucraina e condannarlo perché gli ha ha fatto la guerra. Serve una presa di coscienza e soprattutto di distanza da tutto quello che Putin rappresentava e ha rappresentato per loro. Perché se oggi siamo difronte a questo dramma è proprio perché l’occidente e sopratutto l’Europa hanno continuato a fare affari con la Russia e con il suo sanguinario dittatore in tutti questi anni, non volendo vedere cosa succedeva in quel paese. Ma almeno qualcuno ci provava a criticarlo per i suoi metodi dittatoriali, sanguinari e inaccettabili, ma purtroppo non tutti.

Certo è bene ribadire che la responsabilità per aver fatto affari con la Russia, e essere così dipendenti dal suo gas, non è solo della destra ma di tutti i partiti italiani che hanno governato il paese ( centro, destra, sinistra e 5 stelle).

Non verremmo sentire dire fra un pò da lor signori che l’unico errore di Putin è stato quello di voler allargare i confini dell’impero, perché allora la storia non ci insegna nulla e, infatti, molti di questi signori ancora oggi sostengono che “l’unico errore fatto da Mussolini è stato solo quello di essersi alleato con Hitler”.

Certo non possiamo sperare che nel PD ci sia qualcuno che minimamente possa ricordare il coraggio di quel sindaco polacco, che ha così umiliato Salvini, ma nemmeno avremmo voluto vedere una così vicinanza tanto da condividere il palco di Firenze senza pretendere un ravvedimento per l’appoggio dato a Putin (perlomeno dalla parte politica di appartenenza) in tutti questi anni, perché la solidarietà a chi ora muore sotto le bombe di questo criminale rischia di essere insufficiente e sopratutto inutile se vogliamo che la storia non abbia a ripetersi.

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I politici di un paese democratico occidentale non possono mai dare solidarietà o trarre inspirazione da chi non rispetta i diritti civili, da chi non riconosce i diritti delle minoranze, da chi non vuole dare a tutti gli stessi diritti, da chi non considera i principi di redistribuzione inderogabili, da chi non tutela i diritti dei lavoratori, insomma, era chiaro da tanto tempo chi era Putin e ora c’è solo da chiedere scusa per l’errore commesso.