Ci ricordiamo tutti delle esternazioni di Ghinelli a sostegno dell’Ucraina e di quel popolo, vittima della follia della guerra di Putin, nei giorni successivi all’invasione armata da parte della Russia:

È passato solo qualche mese e veniamo a sapere che verrà ad Arezzo, a cantare al Teatro Petrarca, la cantante russa Anna Netrebko, che sembra sia anche una delle soprano più pagata al mondo…
Ci chiediamo quale cachet le abbiano offerto ad Arezzo e chi l’abbia contattata, lei non pare abbia mai fatto mistero di essere da sempre filoputiniana, insieme ad altri grandi musicisti russi, comunque una voce meravigliosa.

Le proteste degli ucraini  toscani contro una cantante, che, a loro dire, parteggerebbe per Putin non verranno accolte. Ghinelli ha confermato che il concerto si farà e ha aggiunto “Ci rifacciamo alle parole del presidente Mattarella: una cosa è la cultura russa, un’altra la politica portata avanti dal governo russo…”.

Certo nessuno contesta la cultura russa, ma forse non sarebbe male prendere le distanze dai russi viventi che sostengono questa assurda e criminale guerra. Perché se è vero che è la guerra di Putin e anche vero che il suo popolo sembra appoggiarlo e non contestarlo. Noi riteniamo che gli artisti, proprio per il loro ruolo sociale, la loro sensibilità e la loro grande popolarità dovrebbero dare l’esempio e prendere le distanza da chi sta provocando centinaia di migliaia di morti, sofferenze indicibili al popolo ucraino e distruzione di una intera nazione.

A noi piacciono gli artisti/e Iraniane che si tolgono il velo e rischiano la vita.

Una voce meravigliosa, ma non la sola voce meravigliosa vivente, c’è ne sono tante altre, che, sicuramente possono cantare ad Arezzo.

Questa stagione concertistica è comunque estremamente interessante per i nomi che sono riusciti a portare ad Arezzo, tutti ad altissimi livelli, e sembra soprattutto per quello che riguarda i compensi. Non solo la soprano russa, ma anche uno dei violinisti più importanti e richiesti al mondo ed anche Volodos, il pianista. Sembra che per smuovere la Englisch National Orchestra e l’Accademia del Teatro alla Scala ci vogliono migliaia di euro…in più i solisti e direttori sembra, sempre, siano ad un livello di cachet altissimo. E considerato che qui non c’è una stagione lirica ci chiediamo se è opportuno investire tutte queste risorse.

La Fondazione è un ente privato, e se è vero che pubblica annualmente il documento di sintesi, ma è pur vero che dal bilancio non è sicuramente possibile vedere specificato quali sono i compensi, ne della soprano russa, ne di tutti gli altri, mentre riteniamo che per trasparenza sia opportuno conoscere i loro cachet, oltre al costo totale di questa stagione concertistica.

Pertanto ci rivolgiamo al presidente della Fondazione Guido d’Arezzo affinché renda pubblici i singoli costi e cachet di questa stagione concertistica e dove reperisce le risorse per poter organizzare eventi con nomi così ad altissimi livelli, come quelli di questa stagione, considerato che forse le entrate dalla vendita dei biglietti non riescono a coprire per intero i costi dei cachet e degli eventi stessi.

Sicuramente è un nostro limite e una nostra incapacità, ma dal sito della Fondazione Guido d’Arezzo a noi non sembra siano pubblicati questi dati, che, anche da semplici cittadini riteniamo giusto conoscere.

Può anche essere, che, la Fondazione riesce a coprire tutte le spese dei concerti con i biglietti, ben venga, ma ribadiamo secondo noi è opportuno che il tutto sia reso pubblico e trasparente, perché, anche se è un ente privato, ma è pur sempre controllato da ente pubblico.