Le esternazione del ministro sembrano proprio dei biechi obbiettivi della destra postfascista al governo.
Il coming out del centrocampista ceco Jakub Jankto, per il ministro dello sport del governo di destra italiano, sostanzialmente è da considerare un’ostentazione.
Certo, se i riferimenti del neo ministro dello sport Abodi sono questi: “L’educazione e la pratica sportiva ebbero un ruolo fondamentale nel regime fascista. Nel governo mussoliniano lo sport diviene rappresentazione della potenza e dell’identità nazionale e della non devianza giovanile. Riprendendo l’utopia nietzschiana dell’uomo nuovo, l’uomo fascista doveva infatti sintetizzare in sé «l’inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l’azione, la cultura e lo sport». Gli italiani, imitando i vincitori delle Olimpiadi, volti atletici della Patria, accumulavano energie praticando gli esercizi fisici, così da possedere resistenza e potenza da utilizzare sia in tempo di guerra sia in tempo di pace” da Sport e fascismo, Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Pertanto, possiamo immaginare che se il ministro è arrivato a fare certe affermazioni, forse è proprio perché per lui l’omosessualità è da considerare una devianza, quindi, non esiste la differenza tra vite e opinioni, ma per Abodi contano solo le vecchie e tradizionali convenzioni e, forse, anche le ideologie di cento anni fa, di cui lui evidentemente ha tanta nostalgia.
Chiaramente il ministro non conosce le difficoltà dei giocatori omosessuali a rendere pubblico il proprio orientamento sessuale, non riesce ad apprezzare il coraggio del centrocampista ceco Jakub Jankto che ha cercato di rompere la cappa maleodorante che vuole i giocatori di calcio solo dei “macho”, ed assolutamente etero, rappresentazione falsa e non corrispondente alla realtà, tanti giocatori sono gay e ben venga chi ha il coraggio di dirlo, altroché un’ “ostentazione” è dimostrazione di libertà e altruità.
Il calciatore Jakub Jankto, classe 1996, ha trovato un’intesa con il Cagliari e quindi nella stagione 2023/24 giocherà in Serie A agli ordini di Claudio Ranieri, che lo aveva già allenato a Genova. Ciò ci fa estremamente piacere e ci riempie di gioia per lui.
Il ministro con le sue esternazioni, ha dato ulteriore prova, se ce ne era ancora bisogno, del bieco tentativo in corso, da parte di questa destra post fascista, di ricacciare l’omosessualità nella sfera del privato, così da rendere il mondo LGBT+ più invisibile, di conseguenza più vulnerabile e quindi più fragile.
Al ministro dello sport, ospite di 24 Mattinosu Radio 24, è stato chiesto cosa ne pensasse: “La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali”, è stato il preambolo del ministro. Poi la domanda successiva è su quale giudizio lui ha sulla scelta di annunciare la propria omosessualità del calciatore del Cagliari: “Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui”, ha aggiunto.
Da qualunque rappresentante delle istituzioni, di fronte ad una realtà intrisa di machismo e omofobia come quella del calcio, ci saremmo aspettati solo parole di apprezzamento e di sostegno alle dichiarazioni della propria omosessualità di Jakub, invece no e le parole del ministro diventano un caso politico, con il M5s e il Pd che protestano.
Tra le prime reazioni c’è quella di Luca Pirondini, capogruppo M5s in commissione Cultura e sport al Senato: “Oggi il ministro dello sport Abodi ci fa sapere che quella del calciatore Jankto, che ha rivelato tempo fa la propria omosessualità e di voler vivere liberamente come tutti, sarebbe una ‘ostentazione’ che lui non ama. Da quando dichiarare il proprio orientamento sessuale significa ostentare qualcosa? Non pensa Abodi che un mondo con grandi sacche di omofobia come quello del calcio avrebbe bisogno di ben altri messaggi rispetto a questo? Ci faccia capire meglio cosa intendeva e soprattutto cerchi di mostrare rispetto per le persone come il suo ruolo da ministro gli imporrebbe”. Per il Pd ha preso posizione la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga: “Ma proprio non ce la fanno a trattenersi? Oggi è la volta del Ministro Abodi. L’unica ostentazione a cui assistiamo è quella di ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismoanni ’50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+”