Ghinelli si è ricordato ( o forse è merito di Facebook) che sono già passati 10 anni da quando è diventato sindaco di Arezzo.
Quindi ha pensato bene di fare un post su Facebook per rivendicare il suo primo decennio da primo cittadino di Arezzo, i media molto sensibili al potere poi hanno fatto da cassa di risonanza, senza alcuna mediazione.
Oltre alla rievocazione di quel 2015, di quella sera, di quella telefonata e del decennio passato , ci poteva dire qualcosa delle promesse non mantenute, una per tutte: “una città con più sicurezza e più decoro”, ricordiamo ancora i suoi cartonati ( ahimè trasformati in amara realtà).
Ma da un ingegnere ci saremmo aspettati delle scuse, magari per il disastro di via Fabio Filzi, la rotatoria di via fiorentina, la doppia canna da cui non possono passare gli autobus, le strade con le enormi buche, etc etc .
Avremmo voluto leggere in quel post due parole per tutti i giovani aretini costretti ad emigrare al nord o all’estero perché non ci sono opportunità per loro in questa città ( lui non ne ha creata nessuna) ma anche per la mancanza di alloggi pubblici, per la mancanza di politiche sociali di inclusione, per tutti gli esseri umani costretti in questi anni a vivere nell’area ex Lebole, al Pionta, nei garage del centro; ricordiamo poi gli anziani costretti a vivere in capanni di lamiera senza servizi o roulotte.
Ma neanche una scritta sulla chiusura degli ultimi dipartimenti dell’Unisi ad Arezzo, dove oramai ci sono solo delle aule per delle lezioni. Oppure per il trasferimento a Siena della sede degli uffici pubblici con le funzioni più importanti, vedi Sovrintendenza beni archeologici e artistici, etc etc

Ci saremmo sorpresi se avesse ricordato lo scandalo Coingas/Estra, con il processo ancora in CDA , molti assolti, lui no ( in primo grado) , perché siamo in attesa della sentenza definitiva, ma il giudizio etico, morale o di opportunità delle sua telefonate, registrazioni o intercettazioni e anche nell’istruttoria, quelli ci sono e ognuno di buon senso trae le sue conclusioni.

Non solo il suo mandato è durato un decennio, ma di certo sappiamo che ci sarà l’aggiunta di altri 11 lunghissimi mesi, si vota a maggio 2026, e in più ci auguriamo, che il governo Meloni non metta mano ai due mandati per i sindaci aggiungendo il terzo, come non vogliamo neanche solo immaginare che la sindaca dissimulata possa pensare a candidarsi e voler proseguire lei per altri 5 anni, perché 16 anni come questi sono troppi anche per gli aretini che votano per partito preso, per rabbia è molto incattiviti.
Confidiamo in candidati/e trentenni, intelligenti , preparati, coraggiosi con la visione di Arezzo del futuro, una città che così torna a sperare a includere a dare opportunità ai giovani e a tutti i suoi cittadini. Non vogliono credere che ad Arezzo, dopo tutti questi fallimenti amministrativi, si possa solo immaginare di avere di nuovo un sindaco nella fase del fine vita, già in pensione , senza una visione e ahimè senza un futuro a cui aspirare. B A S T A

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