Le vicende politiche della Provincia di Arezzo oramai sono note a tutti e eviterò di ripeterle o ricordarle. Mi voglio soffermare su una domanda, insistente e molto presente tra gli elettori di centro sinistra aretini, ovvero “come mai parte del PD vuole appoggiare il presidente Polcri in Provincia, di fronte alla evidente mancanza di una maggioranza, considerato che ad Anghiari lui è un sindaco di destra destra è il centro sinistra è all’opposizione?”.

Certo è proprio una legge del PD Renziano che ha creato questo obrobrio o mostro politico, che sono oggi questi enti elettivi di secondo livello, le province, ma è anche vero che non si hanno notizie di situazioni simili in altre provincie d’Italia, quindi un motivo ci sarà.

Infatti la peculiarità aretina si chiama Polcri, su cui abbiamo già scritto più volte : https://www.alowebtv.it/2023/06/26/polcri-assegna-le-deleghe-e-umilia-i-catto-comunisti-che-temono-di-perdere-un-potere-trattenuto-con-le-unghie-dal-1948-ad-oggi-oltre-alla-lega/

Considerato che nei prossimi mesi si dovrà andare a votare, sia per le regionali, e sia per il comune di Arezzo, mi chiedo come l’attuale classe dirigente, del centro sinistra, non sia consapevole del danno politico che questo appoggio ad un uomo di destra, può provocare alle prossime elezioni amministrative e soprattutto per la scelta del prossimo sindaco di Arezzo.

Evidentemente chi dirige il centro sinistra è poco interessato a riprendersi la città il prossimo anno (magari per i noti trasversalismi di logge e congreghe non l’ha mai persa!) e preferisce sostenere e mantenere politicamente in vita il Polcri di turno, ma ci dovrebbero spiegare quale è l’interesse politico dei cittadini di sinistra, a questa situazione, e quindi perché si è disposti a tanto ( perdere di nuovo il comune)? Oppure sono convinti che loro possono fare qualsiasi cosa tanto i loro elettori fidelizzati li voteranno comunque?

Come si fa a non capire che è finita la pacchia e che anche gli elettori di centro sinistra non votano più solo per l’appartenenza politica, infatti, Arezzo da provincia rossa è diventata nera, e nelle vallate si assiste ad un continuo smottamento a destra, e il Casentino ci ha dato una grande prova di questo alle ultime elezioni amministrative, con il passaggio di quasi tutti i comune a destra.

Arezzo, comune e provincia hanno bisogno di una nuova classe politica, fatta di persone con la schiena dritta, con idee e progetti politici chiari, e infine e non per ultimo giovani e non a fine vita, perché altrimenti l’attuale declino e scivolamento a sud non si interromperà ma anzi avrà un’accelerazione drammatica e forte.

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