Questa mattina abbiamo sentito l’intervista, che, il grande editore Giuseppe Misuri su RadioFly ha fatto al sindaco di Arezzo, sulla nota vicenda del rinvio dell’assemblea Estra, per il bilancio e la conferma di Grazzini, per l’assenza strategica di Scortecci ( su cui abbiamo già scritto) e se vogliamo essere garbati possiamo affermare , che, ci siamo sentiti proprio come Totò “con l’anello al naso”.

Vi invitiamo ad ascoltare l’intervista, di cui alleghiamo il link e per chi ha poco tempo dal minuto 6.29″:

https://fb.watch/d4wiKCX7-9/

Prima di tutto ci è sembrato di capire dalle parole del sindaco, che, su Coingas decide il comune di Arezzo, infatti, lui dice che Scortecci si sente con lui e decidono di far mancare il numero legale in assemblea Estra e non parla di un confrontato con la sua assemblea Coingas.

Poi, da quanto affermato da Ghinelli, la mancata partecipazione di Scortecci, sembra essere determinata dalla scelta fatta da Piazzi di nominare Gino Faralli ( uomo di grande fiducia di Ghinelli, tra l’altro, già nominato revisore della 6Spa) in sostituzione di Athos Vestrini ( uomo su cui ricadeva la fiducia di Macrì), senza concordare questa nomina con Arezzo.

Alla precisa domanda di Giuseppe Misuri “ma visti i notori rapporti di Gino Faralli con lei, quest’ultimo l’ aveva informato di questa nomina?” .. Ghinelli perde le staffe, come si usa dire, il controllo e bolla la domanda intelligente e soprattutto pertinente di Giuseppe come: .. “qui si va nel pettegolezzo”….. e continua … ” il fatto che io abbia parlato con Gino Faralli non ha rilevanza rispetto alla questione” …..

Quindi, ci sembra di capire che Piazzi nomina Gino Faralli, uomo di fiducia di Ghinelli, in sostituzione dell’uomo su cui riponeva la fiducia Macrì, senza consultarsi con Arezzo. Poi, a prescindere se Gino Faralli, preventivamente, ha riferito al sindaco o no di aver accettato questa nomina in sostituzione di Athos Vestrini, oggi, Ghinelli vuole convincerci che il problema è la libertà che si è preso Piazzi (decisione tanto inaccettabile da non fare approvare il bilancio di Estra e la conferma di Giovanni Grazzini!) quando, visti i rapporti di fiducia ( le tante nomine) tra Ghinelli e Faralli era, secondo noi, più semplice e più efficace invitare Gino Faralli a non accettare la carica e/o a dimettersi, e solo nell’ ipotesi che quest’ultimo si fosse rifiutato, si poteva arrivare al rinvio dell’assemblea per dare un segnale a Siena.

Se questo scontro di potere campanilistico ha fondamento, solo con le dimissioni di Gino Faralli si poteva dare un segnale forte ai senesi e non certo con un semplice rinvio dell’assemblea, che, sembra anche di capire lascerà tutto immutato.

Teniamoci l’anello al naso tanto oramai ci siamo abituati non ci da più noia.

Vogliamo anche fare i complimenti a Giuseppe Misuri per le domande e per come ha condotto la trasmissione. Bravo.