Arlecchino rimane la sintesi dell’italiano che deve correre da un padrone all’altro, che si ritiene più furbo di tutti e riesce sempre a cavarsela. (Giordano Bruno Guerri)

E’ carnevale e il Presidente Polcri presenzia alle varie manifestazioni provinciali e ci è piaciuto immaginarlo con simpatia come da foto di copertina. Ma quale metafora può esprimere meglio di quella di Giordano Bruno Guerri la figura, la posizione e il barcamenarsi dell’attuale presidente della provincia di Arezzo?

Cosa c’è dietro a questa elezione che non conosciamo ma possiamo solo provare a indovinare? E visto che sono elezioni di secondo livello, quelle della provincia, quindi, affidate a politici di professione, ci sembra proprio che siano riusciti ad esprimere il meglio ( in negativo) che la nostra classe politica poteva essere in grado di fare.

Un vero e proprio obbrobrio ( schifo) politico, un sindaco che si presenta civico ma poi si scopre di destra, un sindaco di destra che prende accordi con gli altri sindaci di destra per rieleggere la presidente uscente, un sindaco di destra che poi ci ripensa e fa un accordo con i sindaci e i consiglieri eletti con i voti dei cittadini, che, sono di sinistra e, che, così riesce a diventare presidente della provincia di Arezzo.

Insomma un Macchiavelli de noialtri.

Apparentemente con queste elezioni di Polcri può sembrare che le vecchie volpi del centro sinistra siano riuscite, con un gioco di palazzo, ad incunearsi nel centro destra aretino, così da mettere a dura prova le varie coalizioni che governano tanti comuni in provincia e non solo. Ma sarà veramente così o alla fine questa scelta degli esponenti della sinistra aretina, ai più incomprensibile, risulterà un’ulteriore dimostrazione di mancanza di indipendenza da certi centri di potere, di mancanza di identità, di assenza di ideali politici e di progetti per una società diversa e, anche, così evidenti da renderli oramai non più votabili da chi si rifà agli ideali di sinistra e cosi tanto da spingerli a non andare più a votare.

Ma come è possibile tutto questo interesse, tutta questa disinvoltura e spregiudicatezza politica per un’elezione ad una carica elettiva di un ente che ci è stato detto più volte, oramai, inutile e poi, a seguito della riforma del Rio, svuotato di quasi tutte le sue funzione e soprattutto con un bilancio misero, con una una dotazione finanziara veramente modesta?

Una prima risposta possiamo leggerla, forse, nella bacheca Facebook di “Prima Montevarchi” , che guarda caso sostiene la giunta Chiassai, al comune di Montevarchi, il 03 gennaio scorso scriveva in un post …. ” per interessi partitici o personali, di Loggia o di congrega, …. queste losche trame …. ” su cui abbiamo già scritto il 05 gennaio scorso ( ” Prima Montevarchi alla Tanti: non ci facciamo coinvolgere in queste “losche trame”, “per interessi partitici o personali, di loggia o di congrega” – Alò Web TV (alowebtv.it) ) e poi proprio in questi giorni è tornata con forza e molta rabbia a scrive un post, il 03 febbraio, che dire al vetriolo è un eufemismo, da leggere anche i propri commenti, infatti, tra l’altro si legge …. “Troppo scomodo questo Sindaco così fortemente operativa e coraggiosa … troppo pericolosa anche per le future candidature e per gli spazi che potrebbe prendere a chi già si sente designato ad occuparli. È salita troppo in alto, meglio fargli vedere che si può cadere rovinosamente, anzi essere abbattuti anche dal fuoco amico !!!

Certo si dirà che la voce di “Prima Montevarchi” è quella di chi si è sentito tradito e ha visto soccombere la propria leader, può essere, ma quanto continua a scrivere sulla sua bacheca e con tanto livore ci deve spingere a riflettere su tutte quelle parole e solo così, forse, si potrà cercare di capire quale è la vera posta in gioco e soprattutto a chi sono rivolti quei moniti.

Queste elezioni, per come sono avvenute, poi per questo tentennare e ondeggiare del presidente e, infine, per questi tentativi di ricucitura nel centro destra, forse, devono essere considerate nel periodo che vive Arezzo, ovvero, stiamo aspettando il 28 febbraio, il giorno in cui si conoscerà la sentenza Coingas/Estra. Che, qualunque sarà il suo dispositivo, potrà essere il vero spartiacque per stabilire se l’attuale alleanza di centro destra avrà un futuro ad Arezzo e Provincia, oppure, se gli ex democristiani e gli ex socialisti riusciranno a resuscitare e a rimettersi tutti insieme per prendersi, oltre alla provincia, anche il comune di Arezzo e così, se gli riuscirà l’operazione, potranno rendere la forza politica di FDI ( con il suo dominus indiscusso) marginali, pur con il suo oltre 30% riconosciutogli degli attuali sondaggi.

C’è rimasto poco per scoprire se questi giochi politici sono collegati al processo Coingas/Estra e alla sua sentenza, ma è certo che anche da questa brutta vicenda se ne può trarre un’amara considerazione, ovvero, che Arezzo non ha una classe politica che vuole o può rappresentare gli interessi comuni dei suoi cittadini, ma ha una classe politica scelta da pochi, per i loro interessi, fatta di persone prone, senza idee e senza merito, che, dalla politica traggono l’unico mezzo di sostentamento o occupazione.

Queste elezioni di secondo livello, per la provincia di Arezzo, rendono, se c’è ne fosse stato ancora bisogno, tristemente certo, che, con questa classe dirigente, c’è solo la possibilità di continuare inesorabilmente a sprofondare e il declino orami iniziato, da questa città, da molti anni potrà continuare e chissà quando sarà toccato il fondo.