Comunicato stampa M5S Arezzo

Non ci stiamo, anche stavolta siamo controcorrente.
Abbiamo capito bene? Dobbiamo far finta che questi due anni e passa trascorsi non
ci siano stati? Cosa gli aretini hanno pagato a fare il Sindaco Ghinelli e la sua
Giunta?
A distanza di due giorni dalla lettura della sentenza emessa dal Tribunale di Arezzo
circa il processo Coingas/Multiservizi, che ha visto principale protagonista (ma non
da solo) il Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, rileviamo come i giornali facciano
a gara a titolare l’assoluzione del primo cittadino dal reato di abuso d’ufficio.
Ma questo non era l’unico capo di accusa e il fatto invece che il Sindaco in carica sia
stato condannato a tre mesi di reclusione per favoreggiamento passa come una non
notizia, rispetto alla vicenda Multiservizi che ha visto anche la condanna del
consigliere comunale Roberto Bardelli e Luca Amendola, ex-presidente di Arezzo
Multiservizi.
Altri, vicini al Sindaco, definiscono la condanna a tre mesi “bagatellare” riducendone,
fino a sminuirne, contenuto e portata come se si trattasse di un’inezia, quasi un
peccato più da confessare al prete, che da perseguire penalmente.
Questa è la nostra impressione.
Così Arezzo continuerà ad avere il suo sindaco, fino alla fine del mandato.
Non crediamo che sia una splendida notizia, per chi vuole veramente bene alla città.
Infatti Arezzo è immobile da molto tempo.
Alessandro Ghinelli è in carica dall’ottobre 2020, cioè da quando è stato confermato
alla guida di Palazzo Cavallo, e le promesse della campagna elettorale sono rimaste
tali. Questo perché, come ha detto lui ai microfoni dei giornali locali e non solo, era
impegnato a difendersi dalle accuse mosse contro di lui.
Giusto, ma la città che colpa deve scontare di tutto questo caos? Il Sindaco si
sarebbe dovuto difendere ma, allo stesso tempo, avrebbe dovuto portare avanti il
programma tanto sbandierato in campagna elettorale.
E gli assessori da lui scelti dov’erano?
Forse avrebbero potuto meglio coordinarsi per il bene della città e degli aretini.
Peraltro in un momento storico difficilissimo, anche economicamente.
Invece il sindaco è come se avesse semplicemente detto: scusate, aretini, se sono
fermi i lavori di via Fiorentina e della nuova caserma dei vigili urbani, scusate se le
strade sono piene di buche, se i bulli imperversano in centro città, se non ho dato
corso al cantiere del nuovo centro per l’impiego. Scusate, aretini, ma in tutto questo
leggere di carte e di documenti e registrazioni fatte dai miei ex compagni di partito,
ho avuto tempo solo per i miei legali, per gli Stati Uniti e per aumentarmi lo stipendio.
Come da legge per carità, ma noi sindaco, giunta e presidente ci siamo raddoppiati
le buste paga. Ma d’altra parte anche gli avvocati per difendermi, devono pur essere
pagati.
Ecco questo nessuno lo dice.
Come nessuno dice che la scelta di non far costituire il Comune di Arezzo parte
civile nel processo, come peraltro fatto da altri comuni, ha di fatto comportato un
mancato risarcimento dei danni. In parole povere, entrate mancanti nelle casse
comunali.
Come nessuno dice dei costi legali relativi al ricorso del Comune di Arezzo contro
Anac per euro 12.469,76 come da provvedimento nr 14 del Servizio Legale del 5
gennaio 2023.
Quindi noi eviteremmo, al posto del sindaco e di altri, di dare troppa enfasi
all’assoluzione dal reato di abuso d’ufficio per la nomina di Francesco Macrì in Estra,
posto che ancora deve esprimersi al riguardo anche il Consiglio di Stato.
Capiamo che lo “spettro” della legge Severino in caso di condanna ne avrebbe
causato la sua sospensione, aprendo le porte a un Comune sorretto dal vice
sindaco Lucia Tanti e questo ha probabilmente fatto paura a Ghinelli. Tanta paura. Al
punto che nell’ultimo consiglio comunale di febbraio è arrivato a dire che, in caso
di condanna, ne avrebbe tratto le dovute conclusioni. Tutto questo a margine
dell’invettiva contro il direttore generale della ASL D’Urso.
Il fatto acclarato è che il sindaco è stato, questo sì, condannato a tre mesi per
favoreggiamento, ma viene data per scontata la sua assoluzione in appello.
Alcuni giornalisti hanno speso parole di incoraggiamento per Ghinelli quasi a
perdonargli questo “inciampo processuale”, un altro invece ha detto che Ghinelli
“ha affrontato i lunghi mesi del processo, sempre in aula, quasi sempre in
silenzio. Ci ha messo la faccia”. E che doveva fare? Quando si è sotto processo
funziona e deve funzionare proprio così.
Altri ancora hanno evidenziato che, dal giorno dopo la sentenza di condanna per
favoreggiamento e di assoluzione per abuso d’ufficio, inizia la seconda legislatura
Ghinelli.
Cos’è? Una specie di bonus al contrario anche per coloro che, come noi, non lo
hanno votato?
Non ci stiamo. Scusate se anche stavolta siamo controcorrente

Francesco Zagami