Come si arriva alla frattura all’interno del potere, che, domina la città oramai da molti anni e, che, sembra voler avere sempre più controllo sull’acqua e sul gas, diventati sempre più interessanti dopo la fine della banca.

Vogliamo gettare uno sguardo più generale sul mondo del gas e fornire così gli elementi per comprendere in futuro gli eventi successivi man mano che saranno riportati, nonché i rapporti di forza tra i signori di Arezzo e i loro rapporti con i regnanti della vicina Siena, fino ai lontani Pratesi, e con uno sguardo ai ducati marchigiani.

E, così, consentire di comprendere come gli aretini divengano oppositori dei senesi, (perlomeno così sembra) e le ragioni di certe scelte fatte da questi ultimi, che prima facie possono apparire discutibili e contro gli interessi degli aretini, come ad esempio (diciamo la prima che ci viene in mente) perché il Dott. Gino Faralli, (anche revisore della 6 Spa) ha partecipato alla congiura, se di congiura si tratta, senza avvisare gli aretini ( sempre che non li abbia avvisati, perché a noi pare inconsueto, ma forse considerati i tanti incarichi ricoperti ci sta che gli sia sfuggito) che lo ha visto prendere il posto del Dott. Athos Vestrini, uomo su cui, sembra, che, ricada la fiducia del decaduto amministratore delegato Francesco Macrì, nel feudo marchigiano, così da spingere gli aretini a far mancare all’assemblea il loro uomo, Franco Scortecci, e non approvare il conto del gas e lasciare in sospeso il Dott. Giovanni Grazzini, e così si dice, poter evitare l’aumento di potere del senese.

Questa sembra essere la ricostruzione che fanno i media locali, lasciando intendere che Siena con queste mosse vuole stabilizzare il suo controllo del gas a danno degli aretini, in vista della prossima udienza al Tar che potrebbe rimettere in sella il decaduto.

Però, c’è anche chi sussurra sottovoce, che, per scongiurare lo strapotere senese bisogna conoscere a fondo la macchina del gas e per questo ci vuole tanto tempo, grande esperienza e, pertanto, meglio aspettare qualche giorno, rinviare l’approvazione del conto, prendere tempo e vedere se viene rimossa la decadenza così, che, tutto torni come prima, perché, solo con lui in sella, Arezzo può conservare la sua influenza e forse così gli accordi politici locali sono salvi, chissà! Infatti, come dice sempre il sindaco ” a pensar male si fa peccato ma a volte ci si indovina” ci viene da pensare che forse potrebbe essere meglio prendere tempo, conservare il posto, così per ora non viene giù la consiliatura e chi vivrà vedrà.

Come nasce questo scontro sul gas? Può trovare fondamento solo nella preoccupazione degli aretini di perdere potere a favore dei senesi? E, poi, può essere collegato allo scontro sul controllo dell’acqua, che, ha visto rimanere senza poltrona l’Avv. Matteo Grassi ( poltrona che prima si era vociferato fosse di interesse dell’Avv. Paolo Ammirati) con il conseguente rinvio di ogni decisione al prossimo ottobre? Perché questo rinvio, cosa può cambiare in questi 6 mesi? Può essere, che, quest’ultima poltrona può far comodo per ricompensare qualcuno rimasto senza, ma che per ora sembra non interessato all’acqua? Ci può essere, al contrario, qualcuno tra le fila del centro destra che ha fretta di far tornare a votare gli aretini per un nuovo sindaco? Forse si e forse anche più di uno!

Le nostre sono solo misere domande e nulla più, a cui, oltretutto, non riusciamo a dare risposte. Storie di ordinaria miseria umana, durante una guerra e dopo due anni di terribile di pandemia. E così.

Per chi come noi, che, non appartiene a questo sistema di potere, rimane difficile capire queste dinamiche e, soprattutto , ci chiediamo: come sono amministrati e gestiti i beni comuni del gas e dell’acqua (etc.) e tutto questo avviene per garantire l’esclusivo interesse della collettività o al contrario solo gli interessi di quei pochi registi e attori principali? Si sta parlando di beni di tutti noi, di servizi essenziali, ci dovrebbe essere la massima attenzione all’interesse generale, come ad esempio somministrare beni e servizi migliori al prezzo più basso possibile, ma con questi presupposti cosa dobbiamo aspettarci?

Infine, proprio in questi giorni si celebra il processo Estra/Coingas, che, ha fatto emergere fatti che da un’analisi di etica pubblica fanno rabbrividire. Ma ci sono stati e ancora ci sono tanti altri processi ai cosiddetti colletti bianchi aretini, con molti imputati condivisi e che spesso ritornano e, che, comunque, li troviamo sempre tra gli attori del potere in città. Ma evidentemente tutto ciò non ci insegna nulla. Tutto continua e non cambia mai nulla.

Ma se in questa città non ci sarà mai la sostituzione della classe dirigente, come si può sperare in un cambio di passo, in una maggiore trasparenza e in una forte ricerca e premio del merito? Una classe dirigente che va agli onori della cronaca, non per essere imputati in qualche processo, ma per i risultati ottenuti in termini di crescita economica, sociale, culturale e civile. Che utopia!

Purtroppo, ci sembra che continui ad avvenire l’esatto contrario, sempre le stesse persone, sempre i soli centri di potere che lottano per un pezzo di torta sempre più piccola, sia per i fallimenti importanti avvenuti in questi anni in città, sia per la crisi economica generale, così, che, si concentrano e scontrano su quel poco che rimane, sui gestori del gas e dell’acqua provando a convincerci che lo fanno per noi e per gli interessi campanilistici di noi cittadini.

PORANNOI