Muore a 26 anni, su una panchina, nei giardini davanti alla stazione ferroviaria di Arezzo.

Il corpo senza vita del giovane, che faceva parte dei cosiddetti “I N V I S I B I L I” scoperto davanti alla stazione. Conosciuto dagli abitanti della zona, era spesso fisso ai Porcinai.

Non aveva il permesso di soggiorno, quindi, per lo Stato era un I N V I S I B I L E , non poteva avere una casa ( non si può fare un contratto senza permesso di soggiorno) non poteva lavorare e guadagnarsi da vivere legalmente … era I N V I S I B I L E .. quindi, come spesse capita a chi è nella sua condizione dormiva in luoghi di fortuna, all’aperto e nei posti degradati della città.

Ora la morte lo ha reso visibile a tutti.

V E R G O G N A M O C I

La morte ce lo ha fatto vedere, ci ha messo davanti alle nostre responsabilità. Si ora l’ abbiamo ben presente nei nostri occhi quel telo bianco per terra sopra la povera salma di quel ragazzo sfortunato.

Non è rilevante la causa della morte è solo e soltanto D I S U M A N O morire da soli, in una notte fredda, su una panchina davanti alla stazione ferroviaria di Arezzo perché si è I N V I S I B I L I .

Non possiamo continuare a non voler vedere questi esseri umani poveri quando sono in vita e sono quotidianamente tra noi e con noi.

Quando la Guardia di Finanza scopre che decine di persone I N V I S I B I L I vengono impiegati illegalmente nel nostro manifatturiero orafo, ci scandalizziamo, giustamente, delle violazioni delle leggi sul lavoro, sull’immigrazione e la concorrenza sleale. Ci sembra che il disvalore con cui vengono percepiti chi li sfrutta non sia poi così forte, ma nemmeno avvertiamo disvalore verso chi se ne avvantaggia dei bassi prezzi di lavorazione così ottenuti. Ma oltre alle illegalità e al disvalore socioeconomico dobbiamo avere presente che c’è l’uomo, gli i n v i s i b i l i sono esseri umani come noi, e da persone civili ci dobbiamo chiedere ad esempio: come e dove vivono questi I N V I S I B I L I , quali sono le loro condizioni di vita? Sono umane?

Questa città più che dell’educazione civica, ci sembra aver bisogno di umanità e di qualcuno che gliela insegni veramente.

Gli … I N V I S I B I L I .. sono esseri umani come noi e la Costituzione riconosce uguali diritti a tutte le persone presenti nel nostro territorio, indipendentemente da come sono arrivate, mettiamocelo bene in testa.

Di fronte a questo dramma l’umanità, che dovremmo avere, ci obbliga singolarmente a sentirci tutti responsabili, ma ancora di più chi ha il potere e il dovere di amministrare e garantire a tutti un minimo e accettabile percorso di vita.

Sono esseri umani come noi solo più poveri di noi.

Non abbiamo visto nelle pagine social del Sindaco, ne della sua vice post o altro su questa drammatica vicenda aretina. Ma abbiamo visto la partecipazione del sindaco al festival dello spirito e l’enfasi del suo post che riportiamo di seguito:

Pertanto, al di là delle cause della morte, vorremmo chiedere al sindaco come ha guardato dentro se stesso, quando ha visto la salma sotto quel telo bianco di un giovane povero di 26 anni, morto una mattina fredda da solo su una panchina davanti alla stazione della sua città da I N V I S I B I L E ?

Infine, e davanti a questi drammi , dobbiamo tutti ragionare sulle responsabilità di una Amministrazione che fa del pregiudizio, della cattiveria e del disimpegno sociale e culturale la sua cifra identitaria.