Di Francesco Giommoni


Il Comune di Arezzo si incontrerà con le associazioni di categoria e quindi con i gestori di locali notturni con l’obiettivo di trovare una soluzione alla movida sfrenata che colpisce il piccolo centro della nostra città.
Ogni azione è da lodare e apprezzo l’impegno del Comune di cercare una soluzione. Un po’ tardi secondo me, ma meglio tardi che mai, come si suol dire.
Eppure in questo trio manca qualcosa, o sbaglio?
Dove sono i giovani? Il “problema” sono i giovani che abusano di alcol, giovani che commettono errori, alcuni anche molto gravi come il ferimento dell’agente della Polizia Municipale. Nonostante ciò, i giovani non vengono interpellati.

Da giovane, e quindi peccando di presunzione che è una caratteristica a volte fastidiosa ma estremamente interessante, penso che gli adulti spesso non siano in grado di capire i giovani. Non lo sono perché non parlano la stessa lingua, non pensano allo stesso modo e si sa bene che la comunicazione è fondamentale per la prevenzione. Fino a quando continueremo a dimenticarci di includere i giovani nei problemi che li riguardano? Fino a quando continueremo a pensare che un adulto possa trasmettere il messaggio giusto con le parole giuste?

La Chiesa spesso viene paragonata ad una madre. Ecco, mi piace pensare che lo Stato, con tutti i suoi uffici e rappresentanti sia il padre della società. Quell’ancora a cui appoggiarsi, quel pilastro che c’è sempre, qualunque cosa succeda. Eppure i messaggi che passano, se questo mio paragone regge, è quella del padre che scarica la colpa sugli altri. Quella del padre che non pensa al disagio del figlio che si è ubriacato a 16 anni ma pensa ad andare a parlare con il barista che gli ha venduto l’alcol dicendo, gentilmente, di non farlo più.

Io credo davvero che il sindaco stia facendo la cosa giusta ad incontrare i commercianti, anche loro sono coinvolti ma non si dimentichi delle vere vittime.
Sì, i commercianti sono state le vittime economiche del Covid e tutti noi siamo stati dalla loro parte, cercando di comprendere le loro difficoltà. Ma la vittima non deve trasformarsi in carnefice. Il barista che somministra alcolici ad un minorenne non ha scuse, non ha appigli. Covid o non Covid, la vendita anche solo di uno shottino implica la volontà di danneggiare il giovane. Meglio un cliente perso che un ragazzo che subisca la lavanda gastrica.
Noi giovani siamo stati accusati di tutto in questi ultimi mesi: di essere menefreghisti, di “ammazzare i nostri nonni per una cena fuori”, di essere egoisti perché a noi il virus non colpisce. Eppure la realtà che vedo io è ben differente. Ci sono file di giovani pronti a vaccinarsi, ci sono migliaia di ragazzi che hanno sostenuto l’esame di maturità dopo un intero anno di lezioni di fronte ad uno schermo, giovani che hanno perso due anni di gioventù per proteggere i loro cari e lo Stato. Io non conosco, forse sono fortunato, giovani che non credono alla scienza, quando passeggio i ragazzi hanno quasi sempre la mascherina a differenza degli adulti che con la scusa di fumare, o di parlare al telefono, o del complotto l’abbassano. Vedo giovani che si sono adattati ad una nuova realtà con gravissime ripercussioni sulla loro persona e che, al momento del “libera tutti”, non sono riusciti a controllarsi, ovviamente ciò vale solo per una microscopica percentuale. Vedete, la cosa che a me preoccupa è che le istituzioni hanno bollato i fatti della Badia come un movimento di facinorosi che rovinano il decoro urbano. Non mi risultano, ma spero di sbagliarmi, osservazioni sui ragazzi che sono arrivati a compiere certi atti, sul loro disagio e sulle difficoltà che vivono.

Concludo chiedendo allo Stato di essere il padre che dovrebbe essere. Da buon padre, sii presente per i tuoi figli, amali anche quando sbagliano e sii sempre pronto ad ascoltarli e ad aiutarli. Dei giovani con problemi portano ad un futuro con problemi. Invece, il nostro futuro lo vorremmo vedere luminoso e con fondamenta basate sul dialogo.
Noi ci siamo e siamo pronti a parlare dei problemi del giovani essendo noi stessi giovani, siamo pronti ad aiutare ad indirizzare i giovani verso il Futuro Aretino che si meritano.

Francesco Giommoni
Futuro Aretino