Grande delusione per il comitato SAVA, e come dargli torto, infatti scrivono nella loro piattaforma ufficiale…”Oggi, 30 novembre 2023, il tavolo tecnico di RFI ha dichiarato Creti come posizione ottimale, ignorando completamente i principi di sostenibilità e intermodalità che abbiamo difeso finora e che la comunità europea ci chiede.”
Evidentemente la storia passata e recente non ci ha illuminato nemmeno in questa vicenda, ci riferiamo al fatto che era scontato che la politica , per non scontentare Perugia e Siena, che insieme hanno più abitanti ( voti) di Arezzo , la scelta di dove ubicare la nuova stazione AV, inevitabilmente, sarebbe stata scelta a metà strada tra le due città universitarie, in barba ai rilievi tecnici che invece indicavano Rigutino come luogo più utile.
Ora tutte le forse politiche aretine, i corpi intermedi e gli imprenditori della nostra provincia, devono unirsi e concentrarsi sullo sviluppo e crescita della stazione Arezzo Centro che sia sempre più AV. Infatti abbiamo già alcuni treni AV che si fermano ad Arezzo, e dobbiamo riuscire ad aumentarli subito, ad esempio coinvolgendo ITALO .

Ma non solo, si sostiene che fare entrare ad Arezzo Centro i treni AV , determina una perdita di tempo di circa 15 minuti , nella loro percorrenza. E allora cerchiamo di capire se tecnicamente c’è la possibilità di modificare e migliorare il tracciato esistente ( a velocità ridotta) per ridurre questo tempo ( arrivare a 10” c’è chi sostiene sia possibile).

Non solo abbiamo vicino , alla stazione di Arezzo Centro, un grande parcheggio, il Baldaccio, che può essere collegato facilmente, con un tunnel di circa 300/400 metri, alla banchina da dove arrivano e ripartono i treni AV. Ci rendiamo conto che opportunità può essere per chi arriva in auto dalle zone limitrofe ( alta Val tiberina, casentino, Valdarno e val di chiana ecc.).
Ora che abbiamo capito quanto è importante e quanto è necessario avere più treni AV, che fermano ad Arezzo, diamoci da fare e arriviamo subito ad almeno 6/8 coppie di treni AV , perché è veramente l’ultimo treno da prendere per dare una prospettiva di sviluppo alla nostra provincia, che vive da anni una decadenza irreversibile,